Collodari è una piccola località collinare di Recco immersa tra ulivi e castagni, sospesa tra mare e monti. Le sue tradizioni si legano ad un’atavica cultura contadina e trovano la loro apoteosi nel culto della Madonna del Suffragio, rinnovato annualmente l’8 settembre insieme agli altri quartieri recchelini.
“Collodari 1822” è il nome dell’associazione recentemente fondata dai volontari del Quartiere al fine di regolarizzare, adeguandosi ai tempi, l’attività che ferve attorno alla festività in onore della Suffragina. Tra le finalità dell’associazione c’è inoltre la salvaguardia e la divulgazione delle tradizioni del nostro territorio, della nostra storia e di tutto ciò che ci rende appartenenti a Collodari. La data 1822 è desunta da questo passo tratto da “Storia un poco triste un poco allegra. Cenni storici sul Santuario 1824-1949”:
Il 23 Marzo 1822 l’Arcivescovo di Genova Mons. Luigi Lambruschini scriveva al Cardinale Rivarola a Roma (…) della richiesta, da parte della popolazione di Recco, delle auree corone per la sua protettrice. Per la concordata donazione si formano vari comitati per festeggiare l’incoronazione della Madonna del Suffragio. C’è un lungo elenco di zelatori, per le funzioni religiose, per la processione, per l’illuminazione, per le sparate di Orti e Fiume, per quella di Collodari, di Cottù, di San Nicola, per la musica.
Come risulta da questo scritto, nel 1822 il Quartiere Collodari festeggiava con salve di mortaletti l’annuncio dell’incoronazione della Sacra Immagine di N.S. del Suffragio, che sarebbe avvenuta a distanza di due anni. La devozione alla Suffragina e il volerle rendere omaggio a suon di spari sono sicuramente e di gran lunga anteriori a questa data, che è stata comunque assunta come ufficiale in quanto la più antica ritrovata in fonti scritte.
Da allora molte cose sono cambiate, tra cui l’introduzione dei meravigliosi fuochi pirotecnici: l’estro e la professionalità delle migliori ditte italiane del settore hanno permesso di dare vita a quella che da esperti è stata definita la più grande Sagra del Fuoco del nord Italia. Collodari porta avanti le antiche tradizioni accostandovi di anno in anno nuovi spunti, per rendere più avvincente ed entusiasmante la festività.
Il nostro simbolo
Dall’attuale simbolo del Quartiere emerge la cultura contadina delle nostre origini: esso raffigura il ramo d’ulivo intrecciato con le spighe, sullo sfondo il mare delimitato da colline, così come è visibile da Collodari. Quest’immagine rievoca un’antica bandiera con l’effige di N.S. del Suffragio, offerta da due devoti emigrati in America. Il vessillo, tutt’ora esistente, reca non solo la dovuta scritta che indica i donatori (Michele Picasso e Stefano Bisso), ma anche i simboli della loro storia: una barchetta riposta nella mano del Santo Bambino indica la traversata oceanica, mentre un ramo di ulivo unito a una spiga di grano maturo esprimono il legame di questi nostri contadini con i frutti della loro terra lontana.
Qualche aneddoto
Si racconta che negli anni Cinquanta il Quartiere Collodari, durante il pranzo di ringraziamento, festeggiasse la buona riuscita della festa con una processione del tutto particolare. Infatti veniva improvvisato un corteo dove la cassa processionale era sostituita da un tavolo rovesciato con un ombrellone per baldacchino, e in veste della Suffragina un caratteristico personaggio del Quartiere detto “U baciccia du furmaggiu” che portato in trionfo, mostrava al popolo un fiasco di vino.
Correva l’anno 1969. Il Quartiere Collodari, alla ricerca di un grande pirotecnico, decise di sperimentare i fuochi alla napoletana. Fu incaricato di eseguire lo spettacolo il Cavalier Licardo: l’attesa era grande, L’8 settembre al passaggio della processione gli occhi di tutti erano rivolti al cielo. Un colpo per richiamare l’attenzione, e poi splendidi fuochi colorati e roboanti si dispiegarono pericolosamente sopra le teste dei presenti, lapilli di mille colori “piovevano” come petali di fuoco staccati dalla corolla di un fiore pirico. Immaginate la confusione e il panico…un fuggi fuggi generale! Tutti cercarono un riparo, ma un nostro componente del quartiere, incurante di questa pioggia di fuoco, come invasato, inginocchiato al centro del Ponte di Ferro alzava gli occhi al cielo e baciava il suolo ripetutamente urlando “Emmu truvou u fughista!”.
Il Quartiere Collodari, in occasione del suo bicentenario, ha ricostruito la propria storia all’interno del volume “Collodari: 200 anni di tradizioni”, un piccolo grande lavoro di ricerca storica che mette in luce le nostre radici e il contesto socio culturale da cui prendono le mosse le nostre tradizioni. Chi fosse interessato a conoscere più approfonditamente la nostra storia può richiedere il volume contattandoci.